giovedì 2 febbraio 2012

Qui sarebbe cambiato qualche cosa


Prossimo post Lunedì 6 febbraio


Poi tutto scomparve nel momento in cui una coppia vociante venne a sedersi nel tavolo alle mie spalle discutendo di non so quale impegno di lavoro.
Mi alzai, e bevvi il caffè direttamente la bancone. Mancavano dodici minuti all’appuntamento con Parioletti. Pagai. Rimasi immobile al centro del locale, fingendo di guardare nel portafogli, mentre in realtà cercavo di trovare in me la forza per affrontare ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Perché sentivo che qui sarebbe cambiato qualche cosa. L’incontro recente con Pedretti, mi sembrava stessero indicando una strada, una via di fuga da quel deserto che la crisi finanziaria aveva steso intorno a me. La crisi finanziaria poi, a pensarci bene era da quando avevo intrapreso la libera professione e messo su il mio studio da consulente. Perché questo millennio, così atteso da celebrarlo con sfarzi da satrapi orientali di prima di Cristo, sembrava essere stato più tarlato dal millennium bug che non dalle danze sui resti del muro di Berlino. Invece che liberare la fantasia e lanciarci verso un futuro senza più barriere, sembrava roso dentro da un verme che ne risucchiasse l’anima. Perché questa era l’impressione del primo decennio: una scorza vuota che implode lentamente su un nucleo che marcisce senza consapevolezza.

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