lunedì 14 novembre 2011

Executive summary

Prossimo post Giovedì 17 novembre



“Dunque, rivediamo l’impostazione della proposta. Iniziamo dall’executive summary. Una pagina massimo, meglio mezza, con un riassunto chiaro e affascinante per il Parioletti. Anche se penso che, visto il tipo, se la leggerà tutta. Meglio però prevedere la possibilità che legga solo questa prima pagina. Poi la descrizione della situazione attuale, facendo spesso riferimento a frasi e fatti citati dal cliente. Come sempre ho preso appunti e ho segnalato i punti chiave che mi hanno sottolineato. Terza parte: dove vogliamo arrivare. Una descrizione breve e colorita del punto di approdo, la visione che vogliamo rimanga loro in mente. Questo è l’elemento determinante: se riusciamo a far vedere loro dove possiamo condurli siamo a tre quarti della strada. Quindi il percorso: le tappe che intendiamo seguire, ben suddivise nelle varie fasi che corrispondo a differenti servizi che intendiamo proporre loro. Per ogni fase indicare il risultato concreto, così gli facciamo capire che non sono obbligati ad arrivare fino in fondo prima di raggiungere un obiettivo. Se li vincoli ad un progetto troppo ampio si spaventano e non firmano. Bisogna tranquillizzarli: possiamo procedere per gradi anche per migliorare la reciproca conoscenza e possono sganciarsi in qualunque momento avendo un prodotto intermedio valido e utile. Infine la parte relativa all’investimento. Per adesso quotiamo solo le prime due fasi e specifichiamo che per le altre è necessario prima raccogliere informazioni che scaturiranno dalle prime analisi. Così è sicuro che non stiamo cercando di attaccarci a loro come delle sanguisughe per prosciugarli. Tra l’altro non è nel nostro stile. Ma loro non lo sanno ancora. Vuoi provare a stenderla tu e poi la rivediamo insieme o preferisci che prima esaminiamo gli appunti?”.
Irene mi guardò con pazienza. Scosse la testa.
“So bene come prendi nota: ce la posso fare da sola. Anche questa volta”.
Ahi, un pizzico di fastidio nella sua voce: forse ho punto il suo amor proprio. Non volevo. Mi capita.
“Certo. Non avevo il minimo dubbio”, provai ad aggiungere. “adesso però andate tutte a pranzo, ci metti mano dopo, quando rientri”.
Mi guardò come per sottolineare nuovamente la sua completa autonomia. Questa volta voltai veloce il viso per non dover ribattere.

Nessun commento:

Posta un commento