Pratico ed essenziale. Decisamente
un direttivo puro. Necesse rispondere nel medesimo modo:
“Partiamo. Per
farlo ci restano due passaggi da esaurire al più presto. Primo: le preparo una
proposta di investimento, così che possiamo accordarci sul reciproco impegno.
Secondo: fissiamo il calendario per la fase iniziale di analisi. Se è d’accordo
vengo da lei lunedì per
presentarle la mia offerta”.
“Se non mi costa troppo, si intende”.
Non è che lo pensi veramente, è
che deve far vedere che il controllo ce l’ha lui, e che la decisione la prende
lui. Non vuole sentirsi forzare. Corretto e comprensibili visto lo stile. Per
questo sorrido, lo guardo fisso negli occhi e rispondo:
“Certamente.
Sono sicuro che la proposta che le porterò la prossima settimana sarà in linea
con quanto mi ha fatto notare fino a qui e con ciò che si aspetta per gestire
un progetto come questo”.
Taccio, lascio che il silenzio si
spanda tra di noi per permettere a chi vuole di prendere la parola e aggiungere
quello che eventualmente manca. Non lo fa nessuno. Immaginavo.
“E’ stato un buon incontro: mi aspetto di
incontrarla per discutere la sua proposta allora”,
dice alla fine Parioletti. E’ il
segnale del rompete le righe. Si alzano tutti. Anch’io. Gli stingo forte la
mano, sempre sorridendo.
Sono fuori. Sono riuscito a
trattenermi fino ad ora da lanciare un grido di gioia che spacchi il cielo, che
solchi questo azzurro ottombrino che stinge di fresco il mio futuro prossimo.
Una grande occasione. Non posso sciuparla.
Poco più di un anno fa. Chiusi i
miei pensieri nell’abitacolo della mia auto e mi precipitai in ufficio per
preparare l’offerta.
Se avessi saputo. Se avessi capito che mi avrebbe portato
qui, oggi, adesso…..
L’avrei fatto ugualmente.
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