Chiesi aiuto ad Irene: sicuramente
amo scrivere una proposta personalizzandola così da far capire, anche nel
testo, che è mia intenzione mantenere la promessa di essere vicino al cliente e
di essere… committed…
Aperta parentesi. Ora è necessario
una precisazione: detesto usare termini non italiani quando non ce ne è
bisogno. Fa cafone, come il diamante secondo Audrey Hepburn in Colazione da
Tiffany. Ma è anche vero che c’è una ricchezza nelle lingue che sarebbe da
sciocchi sprecare. Ora committment, e i suoi derivati, è una di quelle parole
che non riesco a tradurre senza tradire, senza asciugarla non dal grasso che la
rende esagerata, ma dalla linfa che le dà vita. Perché commitment è molto più
che impegno, è dedizione anche fisica, avvolgente, intensa. Uno sforzo senza
fine, senza limiti, senza riserve.
E’ questo che dice la nostra
promessa: siamo… commited ai vostri obiettivi. Chiusa parentesi.
Torniamo a noi. Dicevo che mi
piace personalizzare le proposte, ma senza farmi male. Se esistono delle parti
ripetitive, inutile inventare l’acqua calda ogni volta. Taglia e incolla. Con
giudizio.
Chiesi quindi ad Irene da quale
altra proposta potevamo partire per redigere l’offerta che avrebbe potuto farci
veleggiare verso nuovi lidi.
E insieme controllammo l’indice.
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