La visione del palazzo da fuori
era “impressive”: parlava di solidità, ma anche rigidità. Quasi uno di quei
torrioni che incutono timore su Regent Street più che i flessuosi grattacieli
che costeggiano il lago sul Magnificent Mile di Chicago.
Entrai. Mi fecero accomodare. E
attendere. Ho sempre l’impressione che queste attese siano studiate. Per
caricare, per esaminare, per vedere. Mi immagino che ci sia una videocamera
nelle sale d’attesa, o un finto specchio, così che possano studiarti prima di
parlarti di persona: vedere se ti metti le dita nel naso, se sei nervoso, se
inganni il tempo. Sarà una mia fissazione.
Poi d’un tratto si spalanca la
porta e lui entra. Non è solo. Con lui una ragazza, appena sopra i trenta
direi, e un uomo nostro coetaneo. Non è più alto di me, un po’ squadrato,
capello morbido e appena lungo. Occhi azzurri. Come l’avevo visto nelle foto
scovate sul web. Lo saluto con un sorriso. Ringrazio. Accenna. Mi presenta in
due collaboratori: Anna Lucchini, la sua assistente personale e Marco Franchi,
il direttore operativo, che in una azienda come questa vuol dire tutto e
niente. Si fa sul serio allora.
Ci sediamo. Si inizia a ballare.
Sorrido. Mi sporgo verso di loro. Sembrano ritrarsi. Non è un segno
incoraggiante. Guardo fisso negli occhi Parioletti. È lui il capo. Gli va tributato
rispetto.
“Vorrei
innanzi tutto ringraziarla di avermi contattato. So che la sua azienda è leader
in Italia, collabora con le principali case di moda, come Fresco &
Torrana, e che si sta espandendo
in Europa grazie anche alle recenti acquisizioni. Il dr. Magnaga, che ha
favorito questo incontro, mi ha fatto qualche cenno ai vostri punti di
eccellenza, che vorrei però capire con più dettaglio.
Il mio
obiettivo oggi è capire quali sono gli obiettivi al raggiungimento dei quali
posso dare un contributo. Per questo vorrei prima capire che cosa sa di me,
così da poter brevemente illustrare i punti essenziali che le permetteranno di
farsi una idea della mia struttura. Poi vorrei capire in quale modo pensa possa
esserle utile così che possiamo allineare le aspettative. Infine farle qualche
domanda per poter studiare meglio la soluzione. C’è qualcosa d’altro o di
diverso che intendeva per poter far fruttare ancora meglio questa ora che
abbiamo concordato di investire insieme?”.
“Magnaga mi ha detto che lei è stato capace
di capire quale fosse il suo problema e di risolverlo in tempi rapidi. Vorrei
facesse la stessa cosa con noi”.
“E’ quello che
spero di fare”.
“Spera o è sicuro?”
Bella mossa: adesso come rispondo?
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