mercoledì 21 settembre 2011

Irene sa come - Decima puntata

Prossimo post sabato 24 settembre



Irene invece sa questionare le mie assunzioni e soprattutto sa superare quella mia iniziale freddezza, intrisa di superbia, che con gentilezza compassata le rimanda espressioni di delusione e stupore, mascherando apparentemente un senso di lesa maestà che lei riesce sia a cogliere sia a superare irridendola con quel suo sguardo limpido e luminoso che mi ha rivelato molto di lei nel giorno in cui le proposi di venire a lavorare con me. E’ in qualche modo per me una sorta di coscienza esterna, con la quale battaglio sottilmente, e che mostra una pazienza materna nei miei confronti che mi stupisce ogni giorno di più. E che non so se e come riesco a ricambiare.
In effetti mi chiedo per quale ragione Irene continui a lavorare con me, cosa che peraltro considero un dono da meritare, e mi sforzo di non trovare una risposta per paura di capirlo. Mi dico solo che l‘ambiente famigliare e la flessibilità costituiranno per lei un vantaggio tale da superare gli altri limiti che una struttura minuscola e sempre vacillante inevitabilmente trascina.
Irene non è la sola con la quale condivido ufficio e risultati. Con noi lavorano anche Simona e Marina. La prima è una giovane fresca di studi (meno di sei mesi), con poche ambizioni, forse meno talenti, e molta attitudine all’esecuzione, specie quella che richieda più obbedienza che partecipazione, e soprattutto nessuna creatività. Marina mi aiuta nell’attività commerciale.
Quella mattina dunque mi rivolsi ad Irene per chiederle aiuto nella preparazione della presentazione per il Parioletti. Presentazione non è la parola giusta. Detesto l’occupazione del tempo del cliente con il dispiegamento di quelle che il venditore pensa siano le sue forze mentre in realtà non si tratta se non di specchietti e biglie di vetro che nessuno prende più per ori e gemme preziose. Invece che mettere tutta la propria mercanzia sul tavolo, cercando di imbonire l’imprenditore con effetti speciali, tipici del wannamarketing, preferisco una sobria introduzione che punti a conquistarmi il diritto di procedere nell’indagine, una sorta di abbozzo di fiducia, un credito ecco, che mi permette di porre quelle domande sagaci e pungenti delle quali c’è bisogno perché entrambi, cliente e consulente, capiscano veramente quale sia il problema e si accordino su come risolverlo, sperando che il chi sia io, ovviamente.

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